E’ di questi giorni la notizia che Apple aprirà un nuovo stabilimento in USA per dar lavoro complessivamente ad altri 2000 operai negli States, rafforzando il concetto di Made in Usa dei suoi prodotti di fascia alta, a partire dai Mac Pro per arrivare ad altri prodotti.
L’Arizona dopo il Texas per rafforzare la produzione di Mac Pro, ma si parla anche di sviluppo degli zaffiri per le lenti delle fotocamere e del meccanismo Touch ID.
L’attività manifatturiera statunitense Hi-Tech continua ad arricchirsi dopo le sedi in Florida, Illinois, Kentucky e di altri stati americani, rafforzando il segnale che l’Oriente non è più una tra le migliori scelte.
Sarà per i costi di spedizione sempre a rischio di dazi di dogana, sarà per cercare in qualche modo di aiutare il proprio paese, ma questa è la direzione. Ma proprio perché parliamo di apparecchiature tecnologiche che si occupano di comunicazione, c’è una delle motivazioni forse tra le più importanti, la protezione di segreti e tecnologie industriali.
E non è per essere complottista, ma obbiettivamente non si può aiutare l’NSA a spiare la Cina, dando proprio nelle loro mani la produzione dei prodotti che dovrebbero farlo.
Anche Google negli ultimi anni si è messa al sicuro acquistando Motorola Mobility, con tutto il suo pacco di brevetti, e ha iniziato a far promuovere il Moto X come Made in USA.
Il tutto per lanciare il segnale che i big, lo sviluppo, quello vero, e la produzione, se la fanno in casa loro, senza commissionare a chi ha la tendenza di ricopiare con facilità…
a voi sembra tutto un caso?
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